Butto giu’ pensieri un po all rinfusa. Gli daro’ un ordine piu’ in la…
Arrivare per le 8.20 a Via San Giovanni De Matha (nel fondo di Corso Malta – in fondo e nel fondo) a Napoli, partendo da Via Domenico Scarlatti a San Giorgio a Cremano. Erano gli anni 1987-1992. La giornata iniziava con un’avventura di circa due ore se non di più. I primi anni a volte mi dava un passaggio in macchina mio padre, viaggio lungo nel traffico comunque. La maggior parte delle volte utilizzavo i mezzi pubblici… in parte: da San Giorgio a Napoli Centrale col bus 175, ad aspettarlo coi tanti pendolari senza sapere orari di arrivo e partenza, figurati; poi una volta alla stazione di Napoli, inutile aspettare invano il tram, zaino in spalla ed a piedi attraverso tutto il Vasto, Piazza Nazionale/ Centro Direzionale e tutto il Corso Malta. Il viaggio di andata coi mezzi pubblici qualche volta lo facevo in parte con un amico, Dario M., che andava a scuola nel Vasto. Il viaggio di ritorno aveva caratteristiche diverse, ci tornero’ piu’ avanti.
Se ci penso mi chiedo come ho fatto. Stessa domanda che mi faccio per tante altre circostanze del passato. Stesse risposte: giovinezza, motivazioni, o semplicemente mancanza di una alternativa.
La prima ora di lezione iniziava alle 8.20. Perché non le 8.30? mi chiesi allora. Qualcuno mi spiegò fosse per ingannare il traffico dell’ora di punta ed evitare sovrapposizione con orari di ufficio ecc… chissà. Comunque, si entrava alle 8.20 al Settimo Istituto Tecnico Industriale Statale, VII I.T.I.S., di Napoli.
Prima di entrare… tutti in piccoli gruppetti, li’ fuori, sotto il ponte allora in contruzione della rampa che ora porta all’ingresso della Tangeziale di Corso Malta. O sulle scale della Chiesa SS Trinità (dei Trinitari). Un postaccio. Poi alle 8.00, credo, aprivano i cancelli e si iniziava ad entrare, e più di qualcuno spesso promuoveva “sciopero”, ovvero marinare la scuola in massa… A me di non entrare non interessava granché, dopo due ore di viaggio non valeva la pena, non c’era molto da fare se rimanevo fuori, i compagni di classe erano tutti maschi e solo in pochi condividevano con me l’interesse ad una partitella a calcio, quasi tutti intenti a fumare, giocare al clacio balilla, biliardo, o semplicemente perder tempo in giro per Napoli. E poi io delle interrogazioni non avevo mai timore, ero un bravo studente, il primo della classe per molti anni.
La mia passione per la scienza ed in particolare per la matematica emerse in quegli anni delle scuole superiori. Divenni il pupillo del professore di Fisica, ero affascinato dalla bellezza della matematica, dei numeri e della geometria.
Gia’ il primo giorno di scuola, all’appello, Salvio Luongo si alzo’ in piedi, pronuncio’ il suo nome e disse al professore di voler star seduto vicino a Lapelazzuli, vicino a me (ci si chiamava per cognome!). Neanche ci conoscevamo, ci incotravamo per la prima volta, ma credo ci riconoscemmo come simili e compatibili istintivamente tra la massa di studenti. Era simpatico, diretto, allegro e parlava bene Salvio, ed aveva la faccia pulita.
Da quel Settembre del 1987 Salvio e’ diventato il mio migliore amico e lo e’ ancora. Un’amicizia che ha resistito negli anni e che e’molto di piu’ di un’amicizia. Salvio lo considero parte della mia famiglia, un fratello per davvero. Eravamo ragazzini, 12, 13 anni. Persi nei nostri sogni da ragazzini, nei sobborghi tra i peggiori di Napoli. Ci proteggevamo ed aiutavamo a vicenda, ognuno con i suoi mezzi. E crescevamo insieme. Spesso la scuola terminava alle 3 del pomeriggio (!!! ma come si fa?)… affamati rientravamo verso casa. Ed io con lui mi fermavo il pomeriggio a casa di suo nonno a Via Nazionale. Salvio sapeva gia’ cucinare, cucinava per noi, sbucciava patate, mele, preparava pranzo …mangiavamo e passavamo il pomeriggio insieme, facendo compiti, giocando, parlando, sognando. Poi in serata tornavo a casa; i miei compagni di San Giorgio avevano ormai gia’ passato il pomeriggio insieme; io il pomeriggio, le giornate le trascorrevo in prevalenza a Napoli.
A volte quando poi a scuola non entravamo, vagavamo per Napoli e Salvio mi portava a Via Duomo dove sostavamo (ed a volte pranzavamo) al negozio di abbigliamento della mamma. Ecco, il nonno, gli zii, i genitori, fratello e sorella di Salvio… mi hanno sempre accolto con affetto e calore e fanno per sempre parte della mia storia e giovinezza. Provo un profondo senso di gratitudine e affetto per la famiglia Luongo.
Salvio era il mio amico ed angelo custode e protettore a scuola, io tra i piu’ piccoli in un mondo di tanti quasi uomini e ragazzi provenienti da contesti sociali cosi’ diversi dal mio. Io ero l’amico di Salvio, ed il mio essere bravo a scuola, specialmente in materie scientifiche, lo aiutava ad affrontare e superare i compiti e le interrogazioni.
Salvio ha ascoltato ed ha accettato e condiviso tante mie profonde passioni, specialmente Lucio Dalla ed Elton John che divennero anche suoi idoli. Ed e’ rimasto una costante presenza nella mia vita.
Il mio hobby e passione principale era il calcio, guardato e giocato. Erano gli anni di Maradona e degli scudetti del Napoli. Andavo allo stadio ad ammirare Diego ed il Napoli dal vivo. Giocavo, ed anche niente male, a calcetto e calcio con gli amici, prevalentemente in attacco. E anche a scuola ero parte della squadra della classe, che nel 91 vinse il torneo scolastico; in finale vincemmo 3 a 1, segnai 2 gol uno me lo ricordo ancora: deve essere stata una bella gioia, ma stranamente ho ricordi vaghi di quelle partite, qualche gol, uno da centrocampo!, il campo di calcio “Montuori” a Poggioreale.
Ho lasciato Napoli a 23 anni, dopo l’Universita’. Ma scrivendo queste righe mi accorgo di avela vissuta Napoli, la Napoli degli anni 80 e 90, intensamente e da molto vicino. La Napoli di quegli anni l’ho conosciuta.
… might be continued…